NOTIZIE AS ROMA (GASPORT, C. ZUCCHELLI) – L’orgoglio di un padre sovrastato dalla paura. Bruno Conti si è goduto la doppietta del figlio Daniele al Torino e l’abbraccio al nipotino Manuel, a bordocampo, come un padre e un nonno qualsiasi. Ma come un padre e un nonno qualsiasi in questi giorni è rimasto sgomento davanti alle immagini e ai racconti della sua famiglia in Sardegna: «Un pezzo del mio cuore è lì», ha confidato, lui che nella lettera all’Unione Sarda di qualche giorno fa aveva parlato dell’isola come del posto dove lui e sua moglie vanno in vacanza ogni anno: «Ci siamo innamorati della Sardegna in una vacanza dopo il Mondiale del 1982 e da allora ci siamo sempre tornati». Mai pensava, Conti, che quei luoghi sarebbero stati quelli dove suo figlio – che aveva esordito in A con la stessa maglia che aveva reso grande il padre – si sarebbe tolto di dosso per sempre l’etichetta di «figlio di».
SOLO DANIELE – In Sardegna, Daniele Conti ha smesso di essere il figlio di Marazico ed è diventato, semplicemente, uno dei centrocampisti più continui della Serie A. «Forse all’inizio speravo di rivederlo con la maglia giallorossa – le parole di Bruno Conti –, ma la sua è stata una storia diversa, speciale. Soffrivo quando la gente lo paragonava a me, ma lui con il tempo ha zittito tutti, conquistandoli sul campo». E pazienza se spesso e volentieri Daniele ha regalato dispiaceri a quei tifosi che tanto amano suo padre.
NIENTE STADIO – Negli ultimi mesi Bruno Conti allo stadio è andato raramente, spesso impegnato a seguire le sue giovanili, e così sarà anche lunedì: come responsabile del settore giovanile della Roma sarà impegnato in un raduno aNapoli, mentre il figlio all’Olimpico giocherà capitano del Cagliari: lutto al braccio, un minuto di silenzio, non sarà una partita come le altre. Non è retorica per Conti, è il dolore di un padre che vede devastata la terra che ormai è quella di suo figlio: «E su questo – conclude – c’è poco da dire. Purtroppo, come per altre catastrofi di questo tipo, parlano le immagini».