AS ROMA NOTIZIE (IL TEMPO, G. MIGLIORI) – Una trasferta ad altissimo rischio: i tifosi napoletani si preparano alla sfida di venerdì prossimo, ma all’Olimpico i gruppi organizzati, non tesserati, non ci saranno. Il settore ospiti sarà «invaso» ugualmente da migliaia di supporters napoletani, ma ad essere presenti saranno soprattutto i partenopei residenti a Roma. Gli arrivi da Napoli non dovrebbero essere numerosissimi, il tam-tam di «radio curva» sconsiglia partenze in solitaria: i rapporti tra le due tifoserie sono sempre ad alta tensione e si temono «agguati».
E così a Napoli i gruppi ultras si stanno dedicando con maggior attenzione alla trasferta del prossimo 22 ottobre, quando il Napoli affronterà il Marsiglia per il terzo turno di Champions. Si prevede una serata ad altissima tensione al Velodrome, con la tifoseria marsigliese che ha lanciato messaggi tutt’altro che amichevoli nei confronti dei partenopei. Tornando a Roma-Napoli di venerdì prossimo, i segnali sono sempre gli stessi: segnali di guerra. L’odio tra la tifoseria azzurra e quella giallorossa non è stato minimamente mitigato dalla «guerra comune» condotta dalle frange estreme delle tifoserie di tutta Italia contro i provedimenti di chiusura di stadi e settori per «discriminazione territoriale». Gli ultras di Roma e Napoli (così come quelli della Lazio) hanno mantenuto un atteggiamento di totale riserbo, rispetto alle apparizioni televisive dei gruppi organizzati di Juve, Inter e Milan.
Eppure, c’è stato un tempo (lontano) in cui le curve di Roma e Napoli erano gemellate contro lo strapotere dei club settentrionali e il match veniva battezzato «Derby del sole». Il gemellaggio si ruppe traumaticamente il 25 ottobre 1987, quando il Napoli di Maradona riuscì a recuperare in 9 uomini una partita che sembrava persa dopo il gol di Pruzzo. Segnò Francini su angolo battuto da Diego, e Salvatore Bagni ebbe la «brillante» idea di festeggiare facendo il gesto dell’ombrello sotto la Curva Sud. Da allora, è stata guerra totale…