NEWS AS ROMA (Il Romanista, D. Giannini) – Dalla sconfitta al termine del primo tempo alla vittoria finale. Rudi Garcia torna da Parma con 3 punti, il punteggio pieno in classifica, dove occupa inevitabilmente il primo posto, e un bel record. Quello di aver già fatto quanto Luis Enrique, Zeman e Andreazzoli messi insieme nelle rimonte. Una sensazione che i tifosi giallorossi avevano praticamente dimenticato, perché nei due anni passati era successo solo una volta di avere il morale sotto ai piedi dopo 45 minuti e alle stelle alla fine.
Era successo nove mesi fa, il 2 dicembre, con Zeman in panchina, a Siena ci vollero una doppietta di Destro e il gol di Perrotta per cancellare la rete iniziale di Neto. Con Luis Enrique l’impresa non era riuscita mai. Ora, comDalla sconfitta al termine del primo tempo alla vittoria finale. Rudi Garcia torna da Parma con 3 punti, il punteggio pieno in classifica, dove occupa inevitabilmente il primo posto, e un bel record. Quello di aver già fatto quanto Luis Enrique, Zeman e Andreazzoli messi insieme nelle rimonte. Una sensazione che i tifosi giallorossi avevano praticamente dimenticato, perché nei due anni passati era successo solo una volta di avere il morale sotto ai piedi dopo 45 minuti e alle stelle alla fine. Era successo nove mesi fa, il 2 dicembre, con Zeman in panchina, a Siena ci vollero una doppietta di Destro e il gol di Perrotta per cancellare la rete iniziale di Neto. Con Luis Enrique l’impresa non era riuscita mai.
Ora in tutte le partite la Roma di Garcia ha guadagnato punti nella ripresa, ha dovuto aspettare, pazientare, non disunirsi e poi colpire. Lo ha fatto sempre, dopo che negli ultimi due anni lo aveva fatto pochissimo. In due campionati, in 76 partite, la Roma aveva migliorato il risultato del primo tempo solo in 16 occasioni, ovvero appena nel 21% dei casi. Un conteggio impietoso per i predecessori di Garcia, in particolar modo per Luis Enrique che solo 3 volte su 38 aveva migliorato nel secondo tempo. Un po’ meglio è andata a Zeman prima e Andreazzoli poi: 13 le volte con punti guadagnati nei secondi 45 minuti, di cui 5 per il boemo. Con Garcia è un’altra musica e non sembra essere un caso, perché nel calcio che ha in mente Garcia il caso non esiste. E’ il lavoro che porta i risultati, è la cura maniacale di tutti gli aspetti che funziona, sono insomma i dettagli a fare la differenza. Come quello dello scambio di informazioni col collaboratore Bompard che segue il primo tempo delle partite dalla tribuna e che aveva fatto clamore per la famosa telefonata dalla panchina contro il Livorno. in tutte le partite la Roma di Garcia ha guadagnato punti nella ripresa, ha dovuto aspettare, pazientare, non disunirsi e poi colpire. Lo ha fatto sempre, dopo che negli ultimi due anni lo aveva fatto pochissimo.
In due campionati, in 76 partite, la Roma aveva migliorato il risultato del primo tempo solo in 16 occasioni, ovvero appena nel 21% dei casi. Un conteggio impietoso per i predecessori di Garcia, in particolar modo per Luis Enrique che solo 3 volte su 38 aveva migliorato nel secondo tempo. Un po’ meglio è andata a Zeman prima e Andreazzoli poi: 13 le volte con punti guadagnati nei secondi 45 minuti, di cui 5 per il boemo. Con Garcia è un’altra musica e non sembra essere un caso, perché nel calcio che ha in mente Garcia il caso non esiste. E’ il lavoro che porta i risultati, è la cura maniacale di tutti gli aspetti che funziona, sono insomma i dettagli a fare la differenza. Come quello dello scambio di informazioni col collaboratore Bompard che segue il primo tempo delle partite dalla tribuna e che aveva fatto clamore per la famosa telefonata dalla panchina contro il Livorno.