AS ROMA NEWS – Alessandro Romano è stato protagonista dell’ultimo episodio di Dreaming Roma, una rubrica in cui i talenti giallorossi della Primavera si raccontano. Il centrocampista svizzero, fresco di rinnovo con il club capitolino, ha parlato dei suoi primi anni in giallorosso. Le sue parole.
Hai la Roma nel cognome, era destino…
“Sembra di sì, anche in Svizzera hanno fatto la stessa battuta. Vediamo dove ci porta il futuro”.
Sei nato anche il 17 giugno…
“La Roma ha vinto il terzo scudetto, in realtà non lo sapevo prima. Il marito di mia cugina è romanista vero e mi ha raccontato di questa cosa. Nel 2006 l’Italia ha anche vinto il Mondiale e il 17 giugno si sono sposati i miei genitori”.
La trattativa che ti ha portato a Roma?
“Ho sempre giocato al Winterthur, poi due anni al Grasshopper. La Roma mi ha visto giocare in nazionale contro l’Italia, poi sono venuti a guardare una partita al Winterthur. Due giorni dopo abbiamo fatto una video call, ci siamo conosciuti un po’, mi hanno spiegato la Roma, Trigoria, il progetto. Poi siamo venuti qui e mi sono innamorato subito della Roma, ho firmato ed ho iniziato questa avventura”.
Primo anno subito Scudetto, te lo aspettavi?
“Sono venuto qui per crescere e migliorare. Io voglio vincere sempre, vincere lo Scudetto è stato bellissimo”.
Vuoi vincere anche in partitella…
“Sì, mi innervosisco subito se perdo”.
Hai segnato al debutto in Primavera e al derby…
“Ringrazio il mister per quel periodo. Ho iniziato con l’U18 e poi sono salito in Primavera. Bello segnare al debutto, il derby bellissimo”.
Meglio un assist o un gol?
“Da centrocampista è difficile dirlo, ma forse assist. L’importante è aiutare la squadra”.
Perché quando esulti mostri i muscoli?
“Il bicipite è una cosa tra me e mamma, lei è la persona più importante della mia vita e mi dà tanta forza, tanto amore. È per lei”.
Che rapporto hai con la famiglia?
“All’inizio è stata dura, ero qui da solo. Ho sempre vissuto con loro e abbiamo sofferto tanto. Ci sentiamo tutti i giorni, ora stiamo bene”.
Com’è stato l’adattamento a Roma?
“La Svizzera è molto tranquilla. A Roma il mio tempo lo spendo in convitto. Quando vengono i miei genitori visitiamo la città, che è bellissima. A Trigoria i ragazzi mi hanno accolto molto bene”.
Hai imparato l’italiano qui a Roma?
“Sì, i miei nonni sono italiani ma parlavo poco. Qui ho imparato tanto”.
C’è una lingua che ti piacerebbe parlare?
“Lo spagnolo, mi trasmette allegria”.
Che rapporto hai con l’Italia?
“Ogni estate vado in vacanza in Puglia”.
Hai mai pensato alla nazionale italiana?
“Sì, ci ho pensato, ci ho anche parlato, ma per il momento non è la mia priorità. In futuro non si sa mai”.
Ti definisci un regista tecnicamente?
“Sì, mi piace avere la palla e decidere il ritmo della partita”.
Vertice basso nel 4-3-3 o uno dei due mediani nel 4-2-3-1?
“Cambia. Nel 4-3-3 non ho tanta libertà, devo essere più difensivo. Con due mediani ho più libertà e posso sfruttare altre caratteristiche”.
Ti piace tirare da fuori area?
“Tantissimo, so che ce l’ho e ci provo. Tutti e 4 i gol che ho fatto sono stati da fuori”.
Se c’è una punizione dal centro-destra?
“Se posso me la prendo, ma ci sono anche altri giocatori”.
Dove devi migliorare?
“Devo migliorare in tutti gli aspetti, forse la fase difensiva è fondamentale per un mediano”.
In prima squadra ci sono grandi centrocampisti. Un tuo punto di riferimento?
“Rubo a destra e sinistra, sono tutti forti. Il giocatore a cui mi ispiro è Paredes, imparo molto allenandomi con lui o guardandolo da casa”.
Un tuo idolo svizzero?
“Inler mi piaceva molto. Ora c’è Xhaka. Giochiamo nello stesso ruolo, siamo entrambi mancini. Mi ispiro alla sua personalità, è un leader”.
Hai avuto modo di conoscerli?
“Purtroppo ancora no, magari tra qualche anno giochiamo insieme in nazionale”.
Sei molto ambizioso?
“Sì, voglio sempre migliorare. Finché non arrivo al mio destino lavoro sempre”.
In futuro ti vedi più come un leader a livello di comportamenti?
“Sì, ma anche con le parole. In campo cerco di parlare di più”.
Cosa ti piace fare nel tempo libero?
“Mi piace stare in famiglia, ascoltare musica, ogni tanto leggo un po’”.
Musica italiana?
“Sfera Ebbasta, Tony Effe. Poi anche canzoni della Roma per imparare gli inni”.
Che rapporto hai con i social?
“Se metto qualcosa è sempre sul calcio”.
A gennaio la prima convocazione in prima squadra. Te lo aspettavi?
“No, è stata un’emozione indescrivibile, difficile dirlo a parole. Un sogno”.
Senti vicino il debutto?
“Lo spero, ma già essere convocato è stato tanto. Ora sta a me”.
Il rinnovo un punto di partenza…
“Sì, un bel traguardo ma ora devo continuare a lavorare. Arriverà il debutto”.
Che aspettative hai?
“Vincere titoli e diventare un grande giocatore. Essere un esempio per i prossimi giovani”.
daje ragazzo 💛❤️
Tutto bene fino alla musica
“essere un esempio per i prossimo giovani” : è già matrimonio ro ed è su profili come lui che dobbiamo costruire il futuro m. I piedi servono ma è con la testa che si vince m.
Ma che bell’intervista!!!
E complimenti per le risposte.
DAJE.
FORZA ROMA
Chissà cosa ne pensa Zenone dell’ispirazione calcistica del ragazzo.
A me invece non piace per nulla la sua ispirazione musicale…sempre che così si possa chiamare, cosa di cui dubito.
Molto meno reclamizzato di altri, quando l’ho visto mi ha dato l’impressione di essere uno dei migliori prospetti della Primavera. Molto solido e tecnico, è buono sia in fase di rottura che di impostazione. E credo che sia il caso di preparare per lui un percorso simile a quello che la Rubentus ha predisposto per i suoi giovani, magari dandolo a Lecce o Empoli e prospettando un premio per la sua valorizzazione, spingendoli a impiegarlo.
Il faro del futuro … avrà le chiavi del centrocampo giallorosso … con lui a centrocampo, mannini sulla fascia , misitano e Graziani davanti … futuro assicurato
Misitano è già andato
Il Progetto 😂🤣
L’importante è che non ci sia lo sfasciacarrozze che ti manca come l’aria.
non dimenticate Cherubini che sta facendo un ottimo campionato in B con la Carrarese
si ma segnare 3 gol in serie b dà poche sicurezze. va visto in serie a
bisogna cercare di valorizzare i giovani facendogli fare esperienza in serie a. Misitano è stato mandato via a mani vuote. Avremmo guadagnato una caterva di soldi, gli attaccanti fanno 30 gol all’ atalanta