REPUBBLICA.IT (M. PINCI) – L’ultima ad uscire allo scoperto è stata la Fiorentina di Daniele Pradè : “Osvaldo giocatore di personalità , ma non vedo perché la Roma dovrebbe cederlo a una concorrente“. L’ultima ma non l’unica: perché nonostante un campionato certamente al di sotto delle attese, la Roma fa gola a molti. E tanti dei giocatori acquistati negli ultimi due anni sono finiti nel mirino di grandi club, italiani e non solo. Il segnale della bontà del lavoro svolto sul mercato: perché, è vero, la dirigenza non è andata in un biennio neanche vicina a regalare ai propri tifosi risultati all’altezza dei sogni della piazza. Ma ha moltiplicato a colpi di milioni spesi il valore di un parco giocatori che solo due anni fa sfiorava lo zero assoluto, escludendo stelle come Totti e De Rossi. Oggi, invece, l’Europa guarda con ammirazione il mosaico dei giocatori giallorossi. Abbagliata dal desiderio di portare via le tessere più interessanti.
Marquinhos, Pjanic, Lamela, Osvaldo, Destro: ogni ruolo ha almeno un talento in grado di accendere le fantasie di osservatori, sceicchi, proprietari, allenatori. E, cosa più importante, sin qui la Roma ha mostrato anche la forza per dire “no” alle proposte indecenti arrivate al fax di Trigoria: l’ultima a gennaio, un rifiuto netto di fronte a un tentativo dall’Inghilterra per uno dei gioielli romanisti e che avrebbe fatto tremare i polsi di chiunque o quasi. Ma il “niet” della dirigenza dimostra chiaramente la solidità del club. In fondo la Roma ha scelto una strada che non consente deviazioni: investire su giocatori giovani per ritrovarsi in casa i campioni di domani. Attenzione, però, all’estate: perché se quello invernale è un mercato generalmente al risparmio, in estate le cose cambiano.
Non avrebbe certamente problemi, una squadra come il Manchester City, arrivata a spendere 16 milioni per Nastasic, a riconoscerne qualcuno di più per assicurarsi il talento di Marquinhos, su cui è attentissimo anche il Barcellona, che lo ha fatto seguire durante l’andata della semifinale di coppa Italia contro l’Inter all’Olimpico. Per ora, nessuna offerta, ma in tanti stanno studiando il contratto di cessione in prestito con diritto di riscatto (già esercitato) che in estate ha portato il giocatore a Roma dal Corinthians, per trovare una crepa – magari una clausola – in cui infilarsi per assicurarsi uno dei migliori diciottenni in circolazione. E il Barça segue, già da due anni, anche Pjanic, con l’idea di farne l’erede di Xavi: i 30 milioni scarsi messi sul piatto per lui in estate non sono neanche più un mistero, come il rifiuto opposto dalla Roma che a breve potrebbe discutere con lui un rinnovo di contratto tutt’altro che semplice. Discorso più complesso per Lamela finito, oltre che nel taccuino del ct argentino Sabella, nel mirino di grandi europee, dall’onnipresente City fino al Bayern di Guardiola. Merito anche della vena realizzativa (11 gol stagionali) scoperta con Zeman. Il ds Sabatini però, una sorta di padre putativo per Erik, non ci pensa a cederlo, neanche di fronte a offerte folli. Ma la Roma che vale sul mercato ha una sola strada per resistere alle smanie altrui e ai sogni dei propri talenti: tornare a valere anche sul campo. Iniziando a vincere davvero.