NDICKA: “A Roma c’è molta passione. Ranieri paterno, Mourinho mi ha lasciato un segno. L’interesse dei top club? Non farò finta di non vedere…”

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AS ROMA NEWSEvan Ndicka ha rilasciato un‘intervista a L’Equipe e tra i vari temi trattati si è soffermato sulla sua avventura alla Roma, sul suo futuro in vista della prossima estate e sull’attesissimo derby della Capitale. Ecco le dichiarazioni del difensore centrale giallorosso.

Ha avuto un percorso professionale atipico, essendo rapidamente scomparso dai radar francesi. Ha lasciato Parigi a 13 anni per trasferirsi nel centro di Auxerre. Come vive l’esilio a un’età così giovane e questa distanza dal tuo paese natale?
“All’inizio non ci rendiamo conto di questa distanza. Te ne vai, ti ritrovi con persone della tua generazione ed è un po’ un sogno per un bambino. Ma guardandoti indietro, ti dici che te ne sei andato presto, che da allora ti sei allontanato da casa solo per un po’ tra Auxerre, Francoforte e ora Roma”.

Perché ha scelto la Germania?
“Ero in L2 con l’Auxerre e il Francoforte mi offriva un’opportunità migliore. Così sono andato in Bundesliga senza esitazione. È un campionato interessante. C’è molta gente negli stadi, è quasi sempre pieno dalla prima alla quarta divisione. C’è una grande cultura calcistica ed è fantastico. E lì tutto è messo a disposizione affinché tu possa pensare solo al calcio, fanno di tutto per i giovani”.

Ma a 19 anni non era scontato che ce l’avresti fatta a Francoforte…
“Oggi è più facile, i giovani non hanno più paura. Quando sono arrivato non conoscevo nessuno, ma l’allenatore Hütter mi ha messo in campo senza esitazione”.

Questo le ha messo ulteriore pressione?
“No, quando sei giovane non ci pensi. Ripensandoci, penso che le cose sarebbero potute andare diversamente, ma a quell’età sei super sicuro di te. C’era una sorta di noncuranza che consentiva di superare tutti gli ostacoli. E ho avuto la fortuna di avere Hütter, ha avuto un ruolo fondamentale nella mia carriera. E poi è un campionato aperto e, date le mie qualità, era perfetto per me. Inoltre a Francoforte c’è il tifo migliore di tutta la Germania. Non dimenticherò mai la vittoria dell’Europa League, un momento incredibile vissuto insieme a migliaia di tifosi che ci hanno accompagnato. Poi arrivò la proposta della Roma, si tratta di un club grande e storico e con una pressione enorme. La gente ti riconosce, ti si avvicina… Qui è molto bello, sia in positivo sia in negativo. Si sente la pressione più che in qualsiasi altro posto. Qui c’è una cultura calcistica molto diffusa. Non posso fare quasi nulla a Roma, dato che la gente è molto passionale. Forse è il rovescio della medaglia, ma ci sono tante cose belle (ride, ndr)”.

A Roma ha conosciuto Mourinho…
“Dall’esterno non sembra, ma Mourinho è una persona molto simpatica. Mi è stato di grande aiuto e in meno di un anno ho imparato molto tatticamente. Inoltre sa come parlare e come trasmettere la grinta. Lui sa tutto di tutti gli avversari. Ha lasciato un segno in me. Ma non è l’unico nella Roma, dato che ho avuto anche De Rossi e ora Ranieri”.

In due stagioni lei è diventato uno dei pilastri della squadra…
“Diciamo di sì, la gente si fida di me. In Italia la difesa è importante, dopo che giochi in Italia consegui un master in difesa. Puoi giocare ovunque”.

Questa partita contro la Lazio arriva al momento giusto per la vostra squadra: come la affronta?
“Dall’arrivo di Ranieri abbiamo fatto una grande rimonta. Ha cambiato tante cose, è nato a Roma, conosce la situazione e la città. Lui è un allenatore davvero molto bravo. Inoltre ha quel lato paterno in più, sa come parlarti. A Roma c’è un clima particolare: vinci 7 partite ma al 70′ pareggi 0-0 e la gente non sarà contenta. È una vera passione”.

Prova un’emozione particolare all’avvicinarsi del derby?
“Oh sì! Questa partita rappresenta qualcosa di importante. Inoltre quest’anno siamo molto vicini in classifica, il che aumenta la posta in palio anche in ottica Champions League. In città si capisce subito quando sta arrivando il derby. Nella gara di andata abbiamo vinto 2-0 ed è stata una partita difficile sia sul campo sia. Ci sono prese in giro e fa parte del contesto, ma noi giocatori restiamo calmi e pronti”.

Ha giocato un numero impressionante di partite questa stagione.
“Sono gli allenatori che mi mettono in campo. Mi prendo molta cura del mio corpo, sono ultra professionale. Dovrò fare tutto il possibile per restare al top. Cibo, strumenti per il recupero, stretching… Sono sempre al top, anche a casa, dove ho l’attrezzatura per allenarmi. Ronaldo è il mio modello, basta vedere cosa fa a 40 anni. Il suo lato professionale unito al talento formano una combinazione fantastica. Analizzo tutte le partite e i miei avversari, posso considerarmi un difensore a tutto tondo”.

Come reagisce all’interesse di diversi top club in Europa?
“Non farò finta di non vedere, ma a Roma sono rispettato e rispetto loro. Mi resta un contratto di tre anni e vedremo più avanti”.

Fonte: L’Equipe

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19 Commenti

  1. ha dalla sua parte il fatto che è sempre presente, che ha una resistenza pazzesca per giocare praticamente sempre titolare. Innegabile il fatto che a volte si addormenta un po’ quando gli avversari tirano nella nostra area di rigore

  2. A qualcuno le ultime parole non piaceranno, ma occorre entrare nell’ordine di idee che lo scopo di ogni professionista serio (e Ndicka lo è) è quello di migliorarsi per ottenere una posizione privilegiata, e nel caso di un calciatore significa guadagnare di più e vincere trofei.
    Ndicka nella Roma guadagna già il massimo che il budget consente per un difensore centrale (quasi 4 mln netti) e quindi mi sentirei di escludere un suo upgrade contrattuale.
    Arrivato a zero, una sua cessione sarebbe tutta plusvalenza, per cui, in caso ci fosse bisogno di fare cassa, considerato il ruolo e quanto detto sopra, sarebbe il candidato ideale a partire e certamente meno complicato da sostituire rispetto a Svilar o Koné.
    A fronte di un’offerta dai 30 mln in su penso che difficilmente lo rivedremo la prossima stagione.

  3. Lo terrei stretto/////!!!!!! È forte//////!!!!!!!! vale 50 milioni di euro//////!!!!!!!!!
    SINCERAMENTE ALLE VOLTE UN PO’ SI ADDORMENTA MENTRE TIRANO GLI AVVERSARI/////!!!!!!!
    A me piace molto come giocatore//////!!!!!!!

  4. Giocatore discreto, con una grande affidabilità fisica, ma come solito nell’ambiente romanista, un pochino sopravvalutato nella dimensione e nel livello.

    4 milioni l’anno sono decisamente eccessivi per un centrale difensivo che alla soglia dei 26 anni possiamo convenire tutti essere buono, ma non straordinario, non un top player.

    In due anni alla Roma, la squadra non ha mai acquisito quella predominanza agonistica, atletica e tecnica che invece si aveva con Benatia o Manolas.

    Buon gestore nell’impostazione e in fase di amministrazione delle partite. Non mi sembra però eccellere nelle fasi sporche delle gare e delle stagioni, non è “selvaggio” nel modo di giocare quanto la sua fisicità potrebbe permettergli di essere.

    Sempre molto pulito e posato, non arricchisce mai l’interpretazione del ruolo di quella sana dose di cattiveria e concentrazione (specie in fase di marcatura) che invece è indispensabile per essere un difensore di primo livello.

    In più è arrivato a zero…io francamente me ne libererei tranquillamente per una cifra che oscillasse nel range 25/35. Poi dipende chiaramente dalle formule e dai bonus.

    Ma ti libereresti di uno stipendio enorme francamente non comparabile al livello del difensore in questione. Nel calcio puoi pescare benissimo un centrale più forte che paghi la metà dello stipendio che garantisci ad Evan Ndicka. Più la plusvalenza sul cartellino!

    Poi il calciatore dice di guardarsi intorno…

    Può tranquillamente andare…dobbiamo smetterla di mantenere un ciclo di calciatori che ha già dimostrato di non farti fare un salto di qualità. Specie se con questi stipendi.

    • @Massimiliano

      non sono d’accordo che “ti libereresti di uno stipendio enorme francamente non comparabile al livello del difensore in questione. Nel calcio puoi pescare benissimo un centrale più forte che paghi la metà dello stipendio”, poiché Ndika è arrivato a parametro zero e ha firmato un contratto di cinque anni a 4 milioni di euro netti a stagione.

      Arrivando dall’estero, la Roma, per quanto riguarda il compenso di Ndicka, può beneficiare degli sgravi fiscali previsti dal Decreto Crescita che porta la spesa complessiva per ingaggio e ammortamenti costi del cartellino a 5,24 milioni annui.

      Tanto per fare un esempio: Alessio Romagnoli, arrivato alla Lazio anche lui a costo zero e guadagnando (3 mln netti annui), meno di Ndika, ma che non usufruendo del decreto crescita, il suo costo (5,54 mln annui) sul bilancio della annuale della Lazio è più di quello di Ndika per la Roma.

      Altro esempio: Pavlovic, acquistato dal Milan a 18 mln di euro, ha firmato un contratto di 4 anni (ammortamento annuo pari a 4,5 mln), e percepisce un ingaggio pari a 1,7 mln di euro netti (3,14 milioni di euro lordi). Quindi il costo di Pavlovic (ammortamento annuo più ingaggio lordo) sul bilancio del Milan è pari a 7,65 milioni di euro annui, più di quello di Ndika per la Roma.

      Con questo voglio soltanto dire che prendere un giocatore più forte di Ndika e che a bilancio costi meno è impresa quasi impossibile.

    • Un drill down scrupoloso di quanto detto da me più sopra.
      Ndicka è un difensore buono, anche qualcosina più se vogliamo, ma non è un top del ruolo e difficilmente arriverà mai ad esserlo.
      Alla scrupolosa analisi aggiungerei una capacità di impostazione molto limitata.
      Il franco/ivoriano non esce mai dalla soluzione di passaggio piuttosto banale e non gli ho mai visto fare un’uscita palla al piede impetuosa o autorevole come peraltro riusciva anche ad Ibanez di tanto in tanto o allo stesso Mancini.
      E perde il confronto con tanti altri centrali romanisti del passato anche recente, ai quali aggiungerei Rudiger, Marquinhos e lo sfortunatissimo Leo Castan.
      Nessuno dei quali ha mai avvicinato lo stipendio di Ndicka nel periodo in cui è stato con noi.
      Se sai fare il tuo lavoro un centrale difensivo del suo valore lo trovi per massimo 15 mln e a metà del suo ingaggio attuale.

  5. @Lord_1961

    Onestamente penso che tu faccia discorsi astratti e scollegati dalla realtà ammantandoli di calcoli finanziari.

    Hien prende 1.7 lordi
    Toloi 1.85 lordi
    Kossounou 1.85 lordi
    Acerbi 2.78 lordi
    Diomande (altro difensore titolare della Costa D’Avorio) dello Sporting Lisbona, prende 1.5 lordi l’anno.
    Lucumi del Bologna prende 980 mila euro lordi
    Beukema 900 mila euro lordi.

    Tutti centrali difensivi che hanno ampiamente dimostrato (per fatti, non per potenziale) di performare ai livelli da vertice del campionato italiano e da Champions League.

    Ndicka, come Mancini stesso eh, prende il triplo o il quadruplo e i fatti raccontano che anche a causa del suo rendimento (come dei compagni): la Roma MEDIAMENTE è solamente una squadra da zona Uefa.

    Il problema è la capacità di scouting! non la difficoltà a trovare difensori forti a certi prezzi o stipendi. Se continui a restare senza dirigenza e direttore sportivo, continuerai a dare valanghe di soldi a gente non così forte.

    Guarda Solet stesso dell’Udinese…

    • @massimiliano

      Se per te i vari Hien, Toloi, Kossounou, Acerbi, Diomande, Lucumi e Beukema sono più affidabili di Ndika è una tua valutazione e io la rispetto, ma non puoi assolutamente dire che io faccio “discorsi astratti e scollegati dalla realtà ammantandoli di calcoli finanziari”, semplicemente perchè i dati che ho riportato sono incontrovertibili a differenza dei tuoi che sono limitati all’ingaggio e mancano del costo dell’ammortamento relativo al costo del cartellino.

  6. Non date per scontato le parole riportate qui, bisogna vedere se ha detto Veramente questo …comunque di giocatori ne sono passati tanti nella Roma e se passa anche lui non ci metteremo a piangere, resta un buon difensore ma nulla di eccezionale, Ricordiamoci prima che arrivasse Ranieri ……

  7. Se si puntella la difesa con un altro centrale al posto di Hummels che sia forte, possiamo dire la nostra l’anno prossimo, ma la squadra non va smantellata, se non in alcuni giocatori.

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