Lima: “A Roma ricordi bellissimi, fu la tappa più importante della mia carriera. Un aneddoto? Quello scherzo al dottor Brozzi…”

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NOTIZIE AS ROMA – L’ex centrocampista giallorosso Francisco Govinho Lima è tornato a Trigoria dopo qualche anno ed è rimasto colpito dalle strutture del “Fulvio Bernardini”. “Qui è tutto cambiato in meglio, che impressione fa questo centro sportivo, è proprio bello”. “C’è tutto per far bene, ai miei tempi – parliamo di circa 20 anni fa – era un po’ differente. E ho scoperto la bellezza dell’Archivio Storico del Club dove sono custoditi oggetti e tantissime maglie”. Queste le sue parole al portale asroma.com.

Da quanto non venivi?
“Da un paio d’anni e rispetto all’ultima volta vedo tantissime migliorie. La struttura è l’ideale per qualsiasi calciatore, anche la zona dei campi e degli spogliatoi è un’altra rispetto a quando giocavamo noi”.

È un caso che tu sia tornato a Trigoria prima di una partita con il Lecce?
“Ero qui a Roma e mi faceva piacere tornare. Lecce-Roma è ovviamente una partita particolare per me, arrivo in Italia proprio al Lecce. Poi vado a Bologna un anno e nel 2001 passo alla Roma dopo la vittoria dello scudetto. E questa è stata la tappa più bella della mia carriera, in una città splendida, facevo parte di un gruppo di campioni come Totti, Batistuta, Emerson, Cafu, Candela. Ricordi bellissimi”.

Vedrai Lecce-Roma?
“Ovviamente, sabato sera sarò allo stadio Via del Mare per seguire la partita dal vivo”.

La Roma fu il primo avversario italiano che ti trovasti di fronte in carriera. In Coppa UEFA, tu giocavi con lo Zurigo.
“Vero, la Roma di Zeman passò il turno e al ritorno fu decisiva una gran punizione di Totti. Già dopo quella gara si paventò la possibilità giallorossa attraverso Cafu, con cui avevo giocato al San Paolo, ma poi la storia andò diversamente e in Serie A ci arrivai con il Lecce. L’importante è stato aver vestito questa maglia, la Roma è stato il club europeo con cui ho giocato di più”.

Nel 2001 la Roma acquistò il tuo cartellino dal Bologna. Tra le cartoline della tua prima stagione romanista, l’assist a Totti per il gol di testa nel derby.
“Un cross perfetto dalla sinistra, lo stacco di testa di Francesco che non era abituato a fare gol del genere. Ma quello fu proprio bello. Vincevamo 1-0, ci portò in vantaggio Delvecchio, il secondo gol chiuse la partita e andammo a festeggiare tutti sotto la Sud”.

Se dovessi raccontare un aneddoto di quel periodo?
“Vedendo le stanze del centro sportivo, me ne viene in mente uno. A me piaceva molto scherzare. Eravamo in sala massaggi, steso per terra feci finta di aver preso una scossa elettrica accanto ad una presa e il dottor Brozzi si preoccupò non poco (ride, ndr)…”.

Il primo anno scegliesti il numero 5. Come mai?
“Per Falcao, che è stato uno dei miei idoli nel calcio. Nell’Archivio Storico del Club ho visto diverse maglie di Paulo sia della Roma, sia dell’Inter di Porto Alegre. Ho fatto delle foto, gliele manderò a lui tramite WhatsApp”.

Nei due campionati successivi, invece, tornasti alla 8, la maglia che ti aveva accompagnato per gran parte della tua carriera.
“Sì, l’avevo avuta a Zurigo, a Bologna, a Lecce portavo la 10, ma a Roma sappiamo tutti di chi è e ci mancherebbe altro…”.

Dove vivi attualmente?
“A Boston, dove ho una scuola calcio con tanti ragazzi giovani interessanti. Mi piace come lavoro, in una città tranquilla degli Stati Uniti. Mi trovo bene”.

Grazie della visita, Francisco.
“Ma grazie a voi. E sempre forza Roma, ragazzi. Sempre”.

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18 Commenti

    • hai detto tutto tu….
      oggi, in un calcio meno tecnico farebbe comodo a molti allenatori, per dare equilibrio.

  1. Rilascio’ un intervista che non dimentichero’ mai. “Dormivo sotto un trave dello stadio del Ferroviario, e di giorno facevo piccoli lavoretti per mangiare, non avevo neanche le scarpe, pero giocavo a piedi nudi fuori nel piazzale dello stadio con una palla di stracci. Un giorno un allenatore delle giovanili mi noto’ perche ero molto veloce….” Incredibile la storia di questo ragazzo, dovrebbe fare da insegnante ai nostri giovani viziati e fargli capire quali sono i problemi Reali.

    • è vero l’età gioca brutti scherzi è arrivato l’anno dopo, non ho sbagliato di molto e il giudizio sul pressing rimane anche perché polmoni immensi i piedi insomma

    • è arrivato l’anno dopo, ma senza le solite amnesie (Venezia e Lecce in primis) poteva essere scudetto pure quello

  2. Da centrocampista era discreto, ma da terzino sinistro divenne letteralmente devastante, anche perché supportato da un centrocampo con Emerson e Tommasi. Veramente un giocatore eccellente, con una passione non indifferente per l’alcool, il suo vero doping.

  3. l’unico giocatore che ho visto stare allo stesso passo di Roberto Carlos.
    questo ragazzo era un fulmine.
    purtroppo, era solo un fulmine.
    per il resto lasciamo perdere

  4. Uno di quei giocatori ai quali non si puo’ dire o rimproverare proprio nulla.

    Dalla Roma ha avuto tanto, ma lui finche’ gli ha retto il fisico ha dato tutto quello che aveva da dare e senza mai rispamiarsi.

    Chapeau!

  5. non per nulla Mimmo Ferretti lo defini’ l”etiope di passaporto brasiliano……per quanto correva,giocatore prezioso e simpatico

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