L’ex Pelizzoli tifa per il collega: «De Sanctis battimi pure»

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NOTIZIE AS ROMA (IL TEMPO, S. DE IACO) «Se De Sanctis riuscisse a migliorare il mio primato di imbattibilità, sarei contento». Se i record sono fatti per essere infranti, Ivan Pelizzoli è lì sereno ad aspettare che qualcuno faccia meglio di lui in maglia giallorossa. Uno che si sta avvicinando parecchio è Morgan De Sanctis, fermo a 681 minuti senza prendere gol. L’ultimo a segnare al portiere della Roma è stato Biabiany al 38′ del primo tempo di Parma-Roma. Pelizzoli, attuale numero uno del Pescara, nella stagione 2003-2004 riuscì a mantenere inviolata la sua porta per 774′. Li separano 93 minuti. Poco più di una partita intera.
Pelizzoli, le dispiacerebbe essere superato?
«Ma no, assolutamente. Ho visto la partita Roma- Chievo e devo dire che sono rimasto impressionato. Hanno uno spirito di squadra unico, in difesa non si passa. E De Sanctis dà sicurezza ai compagni».

Il prossimo avversario per i giallorossi sarà il Torino.
«È la partita più difficile in cui si può rischiare di prendere gol perché il Toro di Ventura gioca bene. In ogni caso l’importante è che la Roma allunghi questa striscia. Meritano di vincere qualcosa di importante dopo le sventure dello scorso anno».

Quale fu il segreto della sua imbattibilità da record?
«Ho cominciato a pensare a questa cosa quando un giornalista me lo fece notare in conferenza stampa. Comunque, avevamo una grande difesa e un’unità d’intenti comune. Stessa cosa che vedo ora nella Roma di Garcia».

Unità d’intenti che, invece, mancò l’anno successivo, 2004-2005, il suo ultimo nella Capitale.
«Quel campionato fu una vera e propria disfatta. Ognuno andava per i fatti suoi e si mise tutto storto».

Si rimprovera qualche cosa ragionando a posteriori?
«Forse con il senno di poi avrei potuto parlare con Spalletti e sarei potuto rimanere come secondo portiere, invece, preferii andare alla Reggina prima e poi in Russia».

Cosa le ha dato l’esperienza in Russia?
«Visibilità in campo internazionale, sono andato lì soprattutto per avere l’opportunità di giocare in competizioni europee».

Un altro portiere che ha fatto esperienze all’estero è proprio De Sanctis. A suo avviso è uno dei migliori interpreti del ruolo in circolazione?
«Sì, lo è sempre stato. Ha giocato in piazze non facili: Istanbul, Napoli e ora Roma. Roma è una piazza bellissima, come dicevo, ma se non vai bene è dura. Questo non significa che voglio parlare male di un posto dove sono stato benissimo».

Garcia le ricorda un po’ Capello?
«Dico la verità: Garcia non lo conoscevo proprio, solo ora mi sto facendo un’idea e riconosco che è veramente bravo. Forse Capello era un tecnico più intransigente, ma i due sono accomunati dalla grande voglia di vincere».

L’unica cosa che non è cambiata da quando è andato via lei da Trigoria è il capitano: Totti è sempre Totti.
«Francesco è l’anima di Roma. Ogni anno lo danno per finito, ma riesce a giocare sempre meglio. È impressionante».

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