AS ROMA NEWS IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) – La battuta più ricorrente che gira da questa parti è: «Stanno pensando di fare una statua a Jonathan Biabiany». Perché Biabiany, in effetti, è un eroe contemporaneo. Anche un uomo un po’ solo. Raccontano che il francese vada in giro per Parma sfoderando sorrisi grandi così, tronfio per quel golletto (inutile, tra l’altro) segnato a Morgan De Sanctis. Quella rete è l’unica macchia (si fa per dire) della difesa della Roma, la migliore in Europa per numero di reti incassate, non per la differenza reti (Salisburgo +34, Olympiacos +26, Sparta Praga +24, Barcellona e Zenit +23, Roma +22). Un quartetto arretrato solido, un po’ stagionato: De Sanctis, Maicon e Balzaretti gli ultra trentenni, più i fantastici due, Benatia e Castan. Senza dimenticare il terzo, Daniele De Rossi. Ma se di Daniele si sa ciò che può dare, dei due gemelli saracinesca si conoscevano più i limiti e le varie incognite.
I PRECEDENTI DI UDINE
Prendiamo Benatia, ad esempio. Ha mai giocato così a Udine? No. Bene, ma non così. Ci sono difensori che hanno vestito la maglia bianconera e che in altre squadre stanno facendo quello che fa Mehdi nella Roma? Due nomi: Zapata e Felipe. Uno galleggia, l’altro è quasi sparito. Ecco perché, quando si parlava di tredici milioni di euro per Benatia, qualcuno ha storto il naso: ma come, così tanto? Ci si fidava poco per i precedenti e anche perché il franco marocchino in Friuli aveva quasi sempre giocato in una difesa a tre e a Roma, come effettivamente sta succedendo, sarebbe stato un centrale nei quattro. Benatia è per certi versi una sorpresa. Una gran bella sorpresa. Dirompente, potente, il fisico di Zebina e la forza di Samuel, due calciatori determinanti l’anno del terzo scudetto. Quella difesa era forte negli uomini, ma non impenetrabile come questa. Impressionante per senso della posizione, nell’anticipo, nel gioco aereo, il marocchino fin ora ha anche due gol all’attivo. Carattere da vendere. Lo stesso che, nel 2003, gli ha fatto rifiutare il Manchester United per accettare, su consiglia di Drogba, il Marsiglia. Detto questo, se poi ti affacci dalla finestra del calcio internazionale e guardi l’ultima prestazione di Marquinhos a Parigi, pensi addirittura di avere in casa un difensore ancora più forte di quello che hai ceduto e credevi (e forse lo è comunque) fosse un baby prodigio. Casi della vita.
IL BRASILIANO IN VENDITA
La difesa della Roma si regge su un musulmano (Benatia) e su un atleta di Cristo, Castan. Lo guardi e pensi: in campo sta andando il fratello gemello del Castan dello scorso anno e ci ha messo le mani qualcuno da lassù. Il problema lo scorso anno non poteva essere solo Zeman. È vero, la difesa era un colabrodo ma Leandro non ti salvava mai. Faceva solo bella figura Marquinhos, per via di qualche scatto fulminante. Castan con Benatia si trova a meraviglia e pensare che per tutta l’estate il progetto era: prendo Chiriches e cedo Castan. Alzi la mano chi non era d’accordo? La componente «caso» ha il suo perché. A Udine salva un gol in rovesciata e lì al suo fianco è pronto a intervenire il compare Benatia. E quando non ci sono loro, ecco spuntare De Rossi (Napoli) o Strootman (Verona) o Borriello (Parma). Una cooperativa, insomma.
LE DIFESE MITOLOGICHE
Così come dietro a un grande uomo c’è sempre una grande donna, alla base di una grande squadra, c’è sempre una grande difesa. Mitologica era l’Inter di Herrera negli anni ’60 con i due scudieri Burgnich e Guarneri, più Picchi; la Juve di Trapattoni, con Gentile e Brio in marcatura e il grande Scirea un passo dietro; quindi l’Italia di Bearzot che ha puntato su quei bianconeri con il solo Collovati (e Bergomi) al posto di Brio. Sacchi poi, ha lanciato il Milan sulla luna, puntando sui vari Costacurta, Maldini, Filippo Galli e Baresi. Con Capello, stesso Milan e stessa sostanza, stile Nereo Rocco, il maestro del difensivismo. Garcia oggi punta su Benatia (che la prossima settimana pagherà la cena ai compagni per la vittoria di Udine) e Castan, la Roma prende un gol soltanto in nove partite e vola. Vuoi vedere che ha capito tutto anche il tecnico francese?