NOTIZIE AS ROMA (IL MESSAGGERO, U. TRANI) – La Roma capolista fa bene a guardare avanti, come chiede Garcia dall’inizio della sua avventura nella capitale, senza girarsi a misurare il distacco dalle due inseguitici che è comunque notevole: 5 punti. Il passato non è però da azzerare a priori: a volte ritorna. L’ultima squadra ad aver vinto qui è poi diventata campione d’Italia: è successo quasi quattordici mesi fa, il 2 settembre del 2012. La Juve di Conte esagerò contro l’Udinese di Guidolin, 4 a 1, e lo scorso maggio festeggiò il secondo scudetto di fila. Da quella domenica pomeriggio, allo stadio Friuli, non passò più nessuno: 22 gare senza sconfitte. Il precedente può ingolosire, dunque, i giallorossi a punteggio pieno. Per copiare di nuovo i bianconeri di Torino, battendo quelli di Udine, come è già accaduto con la serie delle 8 vittorie di fila di Trapattoni e Platini nei primi otto turni del torneo ’85-’86 (e di quello ’30-’31) non guasta. A Trigoria, e ora anche a Boston, sanno bene come finì quelle due volte. Chi fu capace del record si aggiudicò il titolo.
ASSENZE PESANTI – Capello, allenatore del terzo scudetto romanista, fece addirittura meglio: 9 successi consecutivi. Pure lui con la Juve, campionato 2005-2006. Calciopoli, però, cancellò quello scudetto. Garcia ha la possibilità di diventare re d’Italia, anche se la quinta trasferta stagionale è di sicuro la più complicata, e non solo per l’avversario scorbutico, imbattuto in casa (3 vittorie e 1 pari) e fragile fuori (4 sconfitte su 4 viaggi). Il tecnico di Nemours per la prima volta non ha Totti tra i suoi convocati. E nemmeno Gervinho (i nuovi esami hanno confermato la lesione al retto femorale destro). L’arco e la freccia della Roma, la fionda e il sasso. Insieme fanno malissimo. Agli altri. E si è visto fin qui. Per la verità il francese, nell’ultima e per certi versi già lontana gara contro il Napoli, è riuscito a prendere i tre punti anche senza avere il capitano in campo, cosa mai accaduta nelle precedenti 7 partite. L’attacco sarà in ogni caso dimezzato, mancando pure il convalescente Destro. Soprattutto il forfait di due titolari su tre non si può sottovalutare. Ma l’emergenza non è assoluta: i ricambi, da Borriello a Ljajic, da Marquinho ai giovani Caprari e Ricci, non mancano e su quelli bisogna contare.
DUE TECNICI CAMALEONTICI – Guidolin, fedelissimo della difesa a tre, ha preparato la sfida provando spesso la linea a quattro per chiudere i possibili varchi sulle due corsie: pensa al 4-4-1-1 (o al 4-5-1), adeguandosi alle caratteristiche della capolista. Garcia, dal canto suo, ha lavorato sulla posizione di Pjanic, abituato a salire in corsa da trequartista proprio alle spalle di Totti: quindi con il 4-2-3-1, anche se in fase di non possesso palla il sistema di gioco torna a essere il 4-3-3 (se più rigido, il 4-1-4-1, con le due formazioni che a questo punto di specchierebbero).
SCELTE (QUASI) OBBLIGATE – Il dubbio del francese è ovviamente davanti: Ljajic (provato ieri nel 4-3-3) o Marquinho (al posto del serbo nel 4-2-3-1). Adem è partito titolare solo a Parma, unica volta in cui la Roma è andata sotto (e preso gol). Spesso escluso per qualche acciacco, in assenza di Totti ha la grande chance di farsi notare e di arricchire il suo raccolto di gol, avendone già segnati 3. Borriello, 10 reti in carriera all’Udinese, è il centravanti designato davanti al bersaglio preferito.Come la Roma per Di Natale: 14 reti e 3 doppiette. L’ultima giusto un anno fa, all’Olimpico. Balzaretti, al rientro, rivela a Dribbling: «Dopo la batosta della finale di Coppa Italia, era più facile andare via che restare. Io e altri ci abbiamo creduto e siamo rimasti per dimostrare il nostro valore e ridare gioia a questo ambiente di gente che ci voleva bene. In questo inizio di stagione abbiamo costruito insieme: sta andando tutto molto bene ma bisognerà tenere i piedi per terra. Garcia è un esempio e ha credibilità nello spogliatoio».