ULTIME NOTIZIE AS ROMA – Dal Texas al derby della capitale. I Friedkin stanno per conoscere finalmente l’atmosfera della stracittadina, scrive l’edizione odierna di Leggo (F. Balzani), dopo aver vissuto da vicino l’entusiasmo di una tifoseria rinvigorita dal cambio di proprietà e (almeno stando a guardare il botteghino e gli applausi del Bentegodi) poco preoccupata dal ko col Verona.
Dan e Ryan attendono il loro primo vero derby in tribuna anche se fuori casa, quello con le due tifoserie a dare spettacolo prima ancora delle squadre in campo. Dan e Ryan non parlano molto. Anzi non parlano praticamente mai. Ma ascoltano le richieste della piazza, quel sentimento popolare trascurato in passato.
Lo dimostra l’imminente sold out con l’Udinese, il quarto di fila per quanto il Covid possa permettere (a proposito oggi e domani ci si potrà vaccinare all’Olimpico). Piene Curve e Distinti saranno anche al derby visto che ieri sono finiti tutti i 10mila biglietti a disposizione. Sarà la prima stracittadina post Covid, l’esordio dell’era Mourinho. E con l’ormai quasi certa decisione di allargare all’80% la capienza c’è da scommettere che l’entusiasmo aumenterà.
I Friedkin hanno accolto la richiesta di Mou di mandare l’inno di Venditti con le squadre già in campo, e quella della Sud di far ascoltare anche la canzone Mai sola Mai di Conidi. Piccoli segnali che significano tanto. Prima, però, c’è l’Udinese per riscattare il ko di domenica scorsa e non mollare il treno di testa.
Guai mollare!!! Famoje altre due strisce giovedì ai “Friulesi”… O meglio… Pitturiamogliele… Dajeeee
Con i Friedkin dalla padella alle stelle 🤩
🤘…gesto apotropaico di rito
Si, posso condividere Zeno’…quindi ammetti che sei pentito del tuo ristoratore e giuri fedeltà ai Friedkin?
Orsù, diccilo pure tra romanisti eheheh
Io la butto lì… tifare non i presidenti ma la ROMA?
Così ci evitiamo interminabili diatribe e tanto inutile sangue amaro.
Poi che uno possa stare più simpatico o meno ci sta (e a Dan io ora come ora bacerei volentieri le scarpe) ma sti paragoni continui hanno decisamente rotto. Il passato è passato, ora ci sono loro e loro sosteniamo! Daje Roma e daje Friedkin, padre e figlio. E daje pure alla Leotta, che ha fatto “appassionare” ancora di più il ragazzo a Roma.
Non sono pentito di un bel niente,perchè Pallotta è stato il Presidente della Roma,come lo furono Rosella e Franco Sensi,Ciarrapico,Viola,Anzalone,Marchini,Evangelisti,Marini Dettina,Gianni,Sacerdoti…tutti i Presidenti della mia vita in giallorosso,ai quali ho sempre detto GRAZIE,perchè senza di loro la Roma non sarebbe esistita.
Diego anch’io la butto lì…ogni tanto fattele du risate,sò gratis
Italo Foschi IL FONDATORE della ASROMA,ecco chi devo ringraziare più di tutti,dopo di che LA ROMA non poteva MAI SMETTERE di esistere,capito Zenò?
Detto questo,senza scendere in particolari con Tutti i tuoi antecedenti commenti riguardo i Friedkin altrimenti non basterebbero 1000 caratteri,credo che dovresti ringraziare non poco LA NUOVA Proprietà se la Roma è tornata competitivissima per (I) vertici
PS: Bambolo,la bipolarità si può curare
Ale’, me le faccio sempre due risate! Ma anche dieci, cinquanta, cento, ce ne sono di commenti che mi fanno sganasciare dalle risate! Però piuttosto che scrivere “ahahahahah” ad ogni cosa che mi fa ridere, trovo molto più costruttivo fare ogni tanto commenti un po’ più noiosi ma che possono portare ad uno scambio di idee più interessante. Poi se ci metti che se scrivi troppi commenti uno di fila all’altro il sito ti blocca temporaneamente, uno deve adattarsi di conseguenza… e di sicuro do la priorità agli argomenti che mi stanno più a cuore. In questo caso, al solito paragone fra presidenti che come ho già detto vorrei tanto che finisse lì, perché primo: è un discorso obsoleto (a mio parere); secondo: sono uno con la risata facile anche per le cose più infantili ma quella sul “ristoratore” o “fruttivendolo” non mi ha mai fatto ridere, purtroppo
Bravo, Diego
Però, quando si parla di ballotta, si dice “fruttarolo”, non fruttivendolo
Daje
Diciamo che il grande entusiasmo è unicamente dovuto alla presenza di Mourinho che ha cambiato le prospettive sperate della tifoseria che sogna una vittoria dopo tanti anni.
E’ un bene vedere il pienone anche dopo la sconfitta di Verona.
Però il rapporto tifo-squadra deve essere un rapporto bidirezionale perché questo feeling continui. Deve essere alimentato dai risultati.
In altre parole, una sconfitta viene tollerata, forse anche un pari con l’Udinese lo sarebbe, ma il vero spartiacque sarà come al solito il derby. Dovessimo vincerlo il feeling sarebbe consolidato a lungo, dovessimo perderlo (toccamose) penso che le cose cambino profondamente.
Il tifoso medio della Roma infatti, checché ne dicano alcuni addetti ai lavori che sostengono sia difficile lavorare a Roma, è alla fin fine di bocca buona e si accontenta, perché è accecato dallo sconfinato amore per questa maglia.
Qua non siamo a Milano o a Torino, e tutto sommato ci si può permettere anche di perdere.
A mio parere è proprio questo che Mourinho deve cambiare nell’ambiente romano. Introdurre una mentalità vincente significa che ci si deve abituare a vincere e una sconfitta deve essere considerata un’onta da cancellare, come avviene negli ambienti vincenti del nord. Solo così potremo arrivare a vincere lo scudetto.