AS ROMA NEWS (IL MESSAGGERO, U. TRANI) – Il record è eguagliato, con l’1 a 0 sofferto e risicato del Friuli. La Roma conta fino a nove: sono le vittorie di fila dall’inizio del campionato, come la Juve campione di Capello, tecnico giallorosso del terzo scudetto, nella stagione 2005-2006. Quel primato, però, fu spazzato via da Calciopoli. Questo a Garcia non potrà invece toglierlo nessuno: è meritato e soprattutto pulito. Il francese raccoglie il massimo con il risultato minimo della sua lunga striscia: mai i giallorossi, nelle precedenti 8 gare, avevano vinto con uno scarto del genere. Ma contro l’Udinese che qui non perdeva da 22 gare (il 2 settembre 2012 la Juve si prese i tre punti e a maggio scorso lo scudetto), in una gara sempre in bilico, hanno fatto l’ultimo sforzo proprio quando nemmeno gli avversari se l’aspettavano più. In inferiorità numerica per l’espulsione di Maicon, ecco Bradley a firmare l’impresa. L’americano, prima rete in questo torneo, è il decimo marcatore di quest’annata. L’attacco, 23 reti, è ancora il migliore (con l’Inter) e De Sanctis, insultato per tutta la gara dai suoi ex tifosi, resta il portiere meno battuto d’Europa, 1 gol subito (e 594 minuti senza prenderne).
CARATTERE DA BIG
La Juve e il Napoli rimangono a 5 punti, l’Inter e la Fiorentina a 9: la Roma difende con autorità il suo primato, lasciando i distacchi come erano prima di questo viaggio, e tira fuori tutta la sua personalità, da grande squadra, nella ripresa, quando si ritrova in dieci. Non sbanda sul terreno pesante del Friuli e se ha qualche difficoltà nel primo tempo il merito è di Guidolin che cambia l’Udinese proprio per l’arrivo della capolista: difesa a quattro più Muriel e Pereyra (dopo venti minuti Lazzari) alle spalle di Di Natale. Il 4-3-2-1 infastidisce i giallorossi. De Rossi è spesso inferiorità numerica contro le due mezze punte e i due centrali Benatia e Castan, con il secondo davvero efficace, rischiano di essere presi in velocità. Muriel centra subito il palo interno, Di Natale tira fiacco e centrale da distanza ravvicinata, Gabriel Silva supera De Sanctis con un pallonetto ma Castan, in rovesciata davanti alla porta, salva con un gesto tecnico da applausi. La Roma è lunga con Borriello prima punta. Abituata ad appoggiarsi su Totti e finto centravanti e a scappare all’improvviso con Gervinho, sembra più scontata. Errori mai visti in fase di impostazione. Sbagliano tutti, da De Sanctis a De Rossi, da Strootman a Pjanic. Troppi regali che permettono veloci ripartenze all’Udinese, nonostante il 4-1-4-1 in fase di non possesso palla. Davanti i giallorossi si vedono poco. L’unica parata di Kelava, nei primi quarantacinque minuti, è su colpo di testa di Borriello. Bergonzi comincia ad assegnare i primi cartellini gialli a casaccio. Dovrebbe cacciare Muriel, perdonato come Florenzi più tardi. La Roma, ad inizio ripresa, è subito più ordinata. C’è maggiore precisione nei passaggi. L’Udinese cala e Garcia fa i primi interventi. Saranno tutti decisivi.
I CAMBI GIUSTI
Esce Florenzi, discontinuo e stanco, per Marquinho. Maicon prende la seconda ammonizione e al ventunesimo lascia i compagni in dieci. Tocca a Torosidis, fuori Pjanic: i giallorossi si sistemano con il 4-4-1. De Rossi e Strootman in mezzo, Marquinho e Ljajic sui lati. I giallorossi si aiutano tra loro. L’umiltà prima della tecnica: è il segreto di questo nono successo. Entra Bradley per Borriello, l’americano è l’esterno a sinistra e Ljajic va a fare il finto nueve. De Rossi e Strootman spingono la Roma da dietro. L’olandese porta la palla fino al limite dell’area avversaria e l’acchitta per il piattone di Bradley: 1 a 0 al trentasettesimo. Guidolin ci prova con Basta, con Danilo centravanti e inserendo Maicosuel e la torre Ranegie. Rissa in area giallorossa e a fine gara. Spinte e urla. Ma la Roma resta lassù. Da sola. Anzi con quattromila tifosi, forse più, qui ubriachi di gioia.