NOTIZIE AS ROMA – L’ex terzino giallorosso Emerson Palmieri ha parlato oggi alla Gazzetta dello Sport (A. Grandesso) della sua avventura con l’Italia ma anche della Roma di Mourinho. Queste le sue parole:
Italia favorita anche per il Mondiale in Qatar.
Stiamo crescendo, ma dobbiamo rimanere con i piedi per terra. E’ normale l’entusiasmo, ma i due pareggi di qualificazione ci ricordano che niente è scontato. Solo il lavoro duro ripaga.
Lei si sente titolare anche rispetto a Spinazzola?
Sinceramente, è già un onore far parte di questo gruppo, dei migliori italiani, di portare la maglia della Nazionale. La concorrenza con Spinazzola è sempre stata sana e positiva, all’inizio giocavo più io, poi Leonardo è diventato titolare e ha fatto un Europeo strepitoso. Quando purtroppo si è fatto male, ho dato il mio contributo. Ma la forza di quest’Italia è il gruppo unito, che viene prima di tutto, con la mentalità di battersi su ogni pallone per vincere, indipendentemente da chi va in campo.
Quattro anni fa, ci mise un po’ prima di accettare la convocazione dell’Italia.
E’ normale che inizialmente il mio sogno fosse di giocare per il Brasile, dove sono nato e cresciuto. A Roma però mi sono sentito a casa, grazie alla squadra, ai tifosi, alla città . L’Italia ha accolto me e la mia famiglia a braccia aperte. Mi sono preso un po’ di tempo, ma alla fine mi sono sentito italiano. E’ stata la scelta giusta.
Come è cambiata la Serie A da quando se n’è andato?
E’ il campionato più bello, dopo la Premier. Magari ha perso giocatori di spicco, ma sono arrivati allenatori importanti, da Sarri a Spalletti, a Mourinho. La Juve non domina più ed è difficile fare pronostici. Ci sono tante candidate.
Che ne pensa di Mourinho alla Roma?
Mi ha sorpreso, ma è il matrimonio giusto. Per allenare la Roma serve personalità , grinta anche per il rapporto con i tifosi. Mourinho è un vincente. Con lui la Roma deve puntare allo scudetto.
Fonte: Gazzetta dello Sport
Ma statte zitto co sto scudetto!!!!! E’ così che si creano tensioni, pressioni e false speranze.
Lavoriamo duro, torniamo in Champions, teniamo tutti i migliori e l’ossatura della squadra, compriamo ancora due o tre titolari forti e un paio di riserve all’altezza nei ruoli scoperti e poi ne riparliamo.
Il percorso è questo, senza proclami stupidi!
Forza Roma.
Ma perché gli ex che non hanno lasciato nessuna traccia parlano sempre?
Appunto per farsi ricordare, visto che nessuno li rimpiange. Timbrano il “cartellino”, in un certo senso…