CORRIERE.IT , G. Piacentini – Mattinata movimentata, quella di sabato, a Trigoria alla vigilia della partenza della squadra giallorossa per Genova dove domenica pomeriggio affronterà la Sampdoria. Mentre in campo i calciatori si stavano allenando agli ordini del neo tecnico Aurelio Andreazzoli, fuori un gruppetto di tifosi delusi hanno manifestato tutto il loro malcontento nei confronti della proprietà americana e dell’attuale dirigenza. Ci sono stati cori contro tutto il management giallorosso e sono stati esposti alcuni striscioni: «Ostaggio di un comitato di affari», «Fuori i laziali da Trigoria», «Ridatece Zeman», «La nostra Roma non si Usa» e «Yankee Go Home» quelli che meglio spiegano il sentimento dei manifestanti. Il tutto si è svolto con grande compostezza, sotto lo sguardo della Polizia, chiamata a presidiare il Fulvio Bernardini.
LA VERSIONE DI BALDINI – Proprio uno di quelli più tirati in ballo dalla contestazione, il d.g. Franco Baldini, ha spiegato presentando alla stampa Aurelio Andreazzoli, le dinamiche che hanno portato all’esonero di Zdenek Zeman. «Come potete immaginare – le sue parole – quando le cose non vanno nella maniera sperata le responsabilità sono da dividere. Il senso di questo cambio è quello di poter fare qualcosa per aver la speranza di una dignità diversa. Dirigenti e calciatori non si possono cambiare a metà stagione, l’allenatore sì. Mi auguro che la scelta di Andreazzoli possa essere non solo una decisione temporanea ma anche definitiva».
L’ANTI ZEMAN – Nonostante il nuovo tecnico romanista rigetti con forza la definizione «di anti Zeman», la sensazione netta è che ci sia una rottura totale con il recente passato. «Non sono – ha spiegato Andreazzoli – l’anti Zeman, il mister ci ha lasciato una patrimonio enorme e tutti i calciatori sanno benissimo come dovremo sfruttarla fino al termine della stagione». Quando però si scende nei particolari, le differenze sono nette. A partire dal modulo.
NIENTE DOGMI – «A volte un solo sistema di gioco rischia di condizionarti e di essere una gabbia per i calciatori. Io conosco tanti moduli e cercherò di mettere i calciatori nelle condizioni migliori per rendere al meglio, sfruttando le loro caratteristiche e le loro potenzialità ».
AUTOSTIMA – Tra i problemi individuati da Andreazzoli c’è la mancanza di convinzione da parte del gruppo. «I calciatori devono recuperare l’autostima. La squadra ha bisogno di rigenerarsi e riprendersi sentimenti che si erano sopiti, come l’ambizione e la voglia di vincere. Bisogna recuperare il dolore per la sconfitta. Se non si soffre come soffrono i tifosi quando perdiamo, non possiamo mai arrivare a dama. I calciatori sono i principali protagonisti, ma non vanno osteggiati».
DE ROSSI E STEK – Tra i suoi compiti, quello di recuperare alla causa alcuni calciatori importanti come De Rossi e Stekelenburg. «Per me loro due le giocheranno tutte fino al termine della stagione, a patto che lo meritino. De Rossi è un’icona dello spogliatoio, come Totti, e avrà un ruolo guida per la squadra. Loro devono dare l’esempio e il mio compito è innalzarli: se io abbasso il loro valore, abbasso il livello di tutta la squadra. Pjanic? E’ un talento assoluto, ha qualcosa più di altri e la sua collocazione in campo diventa facile».