Boni: “Consigliai subito Haaland alla Roma di Monchi, storia che mi dispiace raccontare. Conservo ancora quella mail…”

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NOTIZIE AS ROMA – Loris Boni, ex centrocampista della Roma che ha vestito i colori giallorossi tra i 1975 ed il 1979, ha parlato a Tele Radio Stereo nel corso della puntata odierna di Te la do io Tokyo.

Diversi i temi affrontati, dal derby che si giocherà domani, all’arrivo di De Rossi sulla panchina della Roma passando per il mancato arrivo di Haaland ai tempi di Monchi. Di seguito le sue parole:

Perché ha pubblicato un post su Instagram dedicato alle emozioni del derby?
“Non è per cercare gloria, perché l’ho già ricevuta a quei tempi. A volte penso e mi vengono in mente determinate cose che forse in quei momenti non riesci a catalizzare perché sei preso dalla situazione. Oggi magari, a bocce ferme, sono un allenatore, ho passato una certa età e quindi mi vengono in mente tante cose che penso sia giusto esternare. Mi piace far capire alla gente di oggi come eravamo ieri, come sicuramente ero io e com’erano tanti miei compagni che hanno vissuto tante cose cose come me. Magari hanno avuto altri successi, ma comunque hanno indossato quella maglia come ho fatto io: sono sensazioni che restano per tutta la vita”.

Qualche anno fa, scoprì Haaland e lo propose alla Roma…
“Questa è una storia infinita che mi dispiace sempre raccontare. Io non faccio né l’agente, né il procuratore, sono un allenatore e lavora con la Norvegia tuttora, perché la considero una seconda patria, perché la gente è rispettosa, ascolta, è un Paese molto diverso dall’Italia. Questo ragazzo l’avevo visto quando aveva 15-16 anni, poi aveva esordito in Prima Squadra facendo un secondo tempo e segnando 3 gol. Io sono andato dalla Roma a dire di andare a vederlo, ho parlato direttamente con Monchi. La prima cosa che fai in questi casi è andare dalla squadra in cui hai giocato e io sono subito andato dalla Roma e da nessun altro. Poi non so se abbiano fatto delle valutazioni o meno. Io conservo ancora la mail che gli mandai, in cui lo sollecitavo ad andare a vederlo. Invece poi dopo qualche mese andò in Austria e dopo al Borussia Dortmund. Il costo era irrisorio. È chiaro che su un giocatore norvegese si storce un po’ il naso, perché sembra qualcosa di strano. Invece i norvegesi veri professionisti e veri atleti, poi capitano le eccezioni e c’è il giocatore talentuoso”.

È arrivato il norvegese sbagliato a Roma?
“No, è che con i norvegesi bisogna avere pazienza, anche se a Roma c’è molta fretta. Magari si può giudicate dopo 20 partite e non dopo 10. Io ragiono così, anche se poi è chiaro che qui servono i giocatori già pronti e non chi deve ancora diventarlo”.

Nella stagione 78-79 fu grande protagonista insieme a Di Bartolomei e Pruzzo nel salvare la Roma dalla B.
“Forse lì disputai il mio miglior finale, dopo qualche anno di purgatorio, perché ebbi un brutto incidente in un derby, di cui non voglio più parlare. In quel campionato avevo recuperato bene e mi sentivo quello di prima. Poi la società decise di darmi via e allora pur piangendo bisognava andare e dovetti andare a Pescara, anche se pensavo di poter essere ancora utile alla Roma, avrei fatto anche la panchina”.

Le piace De Rossi come allenatore?
“Molto. Non voglio dare contro a chi c’era prima, ma vedo la Roma giocare a calcio, con il giusto atteggiamento con la giusta cattiveria che l’allenatore ha dentro ma che allo stesso tempo riesce a mostrarsi calmo in panchina, perché non lo vedo agitarsi e sbraitare e questo è importante per la squadra, altrimenti sarebbero tutti nervosi in campo. Io ho sempre detto che la Roma ha la squadra e può fare bene. È chiaro che adesso ci si aspetta qualcosa d’importante e staremo a vedere come affronteranno le prossime due partite.

Com’era il derby quando giocava?
“Molto sentito, era una partita che valeva la stagione. Ne parlavamo molto tra di noi durante la stagione. Era una cosa che serviva a noi, ma poi soprattutto alla gente, perché la gente sa cosa vuol dire perdere o vincere un derby e questo ci ha sempre dato quel qualcosa in più per scendere in campo. C’era un’elettricità incredibile, forse ora in campo non la percepiscono bene. Ci sono troppi calcoli, manca quel senso di appartenenza che magari darebbe quel qualcosa in più in una partita determinante”.

Come preparava il derby Nils Liedholm?
“Lui era un allenatore che dava tranquillità, bastava uno sguardo per capire. Ci dava le motivazioni giuste, valorizzava sempre i giocatori avversari, però poi ti diceva ‘sei più forte di lui’ e questo ti caricava. Era un vero signore”.

La scaramanzia di Liedholm e l’episodio di Bacci che buttò per sbaglio un amuleto del Barone e poi venne ceduto?
“Non so se venne ceduto per quello, però quando vide questa cosa, Liedholm gli disse ‘adesso tu raccogli tutto e rimetti a posto nella mia tasca, tu non giochi più’. Glielo disse in un momento di rabbia, ma lui stravedeva per Bacci, era un suo pupillo perché gli ricordava se stesso da giovane, era alto ma molto tecnico. Era un giocatore con delle doti, poi forse gli è mancata la continuità”.

Chi è favorita tra Roma e Lazio?
“È normale che io dica potenzialmente la Roma ha qualcosa di più. Però ritengo la Lazio molto temibile dalla trequarti in su, quindi la Roma dovrà essere perfetta nella fase difensiva. Dietro dovranno stare attenti a determinati giocatori e davanti serve più presenza, recuperando certi giocatori. Speriamo che domani Lukaku non stia sotto l’ombrellone, lo dico scherzando, chiaramente”.

Sul pubblico.
“All’Olimpico c’erano sempre 80mila persone, anche di mercoledì in Coppa Uefa. All’allenamento venivano 5mila persone. Quella è Storia”.

Sul mondo dei procuratori.
“Nel calcio di oggi ormai contano molto i procuratori che poi magari parlano, parlano, ma per loro interesse e non per la società. Purtroppo adesso il calcio è così e bisognerebbe cambiare le regole.”

Fonte: Tele Radio Stereo

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23 Commenti

  1. “Nel calcio di oggi ormai contano molto i procuratori che poi magari parlano, parlano”… e intascano fior di quattrini

    • Tanto Pallotta con la foga di vendere l’avrebbe mandato via a 40 mln. come ha fatto con Salah che poi l’anno dopo valeva 7 volte tanto.

    • Pallotta o non Pallotta, difficile ipotizzare che Haaland avrebbe chiuso la sua carriera con la maglia della Roma…purtroppo.

    • Ero in Tevere, si capì subito che era un brutto infortunio, ero adolescente, biondo, un misto fra Boni e Buriani, brufoli e testosterone, c’era ancora mio padre ed era seduto vicino a me, avrei voluto spaccare qualche muso sbiadito, ma per rispetto a mio padre non lo feci. Qualche anno dopo purtroppo iniziai ad andare solo allo stadio, lui era in cielo e allora li aspettavo alla palla…laziali e di destra…caro Loris sei stato vendicato…..
      Forza Romaaaa!

  2. “All’Olimpico c’erano sempre 80mila persone, anche di mercoledì in Coppa Uefa. All’allenamento venivano 5mila persone. Quella è Storia”. Ma come si permette Boni, qui c’è qualcuno che pensa i pienoni all’Olimpico li abbia inventati Mourinho! Comunque Boni è l’ennesima testimonianza della sempiterna sfiga della Roma, stava giocando alla grande e proponendosi per la Nazionale, e allora era una cosa complicata arrivarci, quando Chinaglia gli spaccò una gamba. In quegli anni perdemmo per infortuni gravissimi uno dietro l’altro anche Rocca, Peccenini e Spadoni.

    • certo che non li ha inventati mourinho ma prima di lui i pienoni non c’erano puoi verifcare su google.
      Boni parla della fine degli anni 70, pensi che ai tempi di falcao non ci fossero?
      però le notizie si prendono sempre dalla parte che fa comodo…

    • Eh già, fai bene a ricordare, Loris Boni mi sembra costò quasi 1 miliardo di lire ad Anzalone, credo l’acquisto più oneroso dopo Pruzzo, veniva dalla Samp e giocava nell’Under 23 che allora era l’anticamera della nazionale maggiore.
      Patì per un po’ il salto ma poi riprese a giocare a ottimi livelli quando fu azzoppato proprio in un derby da Chinaglia. E purtroppo anche lui non si riprese più come gli altri.
      A questa lista aggiungerei Angelo Orazi, anche lui infortunatosi seriamente in un derby mentre stava entrando nel giro azzurro.
      Il povero Anzalone fu bersagliato dalla malasorte.

  3. Quanto mi manca il barone Liedholm, quella Roma e quel calcio. Se avessi la Delorean lo farei un viaggio nel tempo a quell’epoca. E magari direi di non far tirare i rigori fatali a Conti e Graziani

  4. Caro Boni, lei è una persona perbene e ne capisce di calcio, come ha potuto pensare che lo steccarolo narcisista di Siviglia le desse ascolto?

  5. Che io ricordi, Loris menava pe’ menà. Con lui prima e Romeo poi, non era simpaticissimo fare il centrocampista avversario.

  6. Ricordo ancora oggi ‘na confidenza fatta dar buon Loris ar padre de n’amico mio ner 1978. Se trattava der fatto che er Barone, quanno quarche carciatore ‘o faceva n’kazza’ de brutto, te lo attaccava ar muro drento agli spojatoi. Era bono e caro Liedholm ma era mejo che je davi retta, sinno’ ereno volatili per diabetici!

    • Ci fu una partita che Liedholm aveva deciso un rigorista, era Di Bartolomei…..
      Pruzzo nella stessa partita prese il pallone ed ando lui sul dischetto, fece gol, la settimana dopo nella partita successiva Pruzzo non fu convocato con inutile brontolata del bomber.
      Si, se il barone si incazzava erano dolori.

  7. Non c’era solo Loris Boni sulle tracce di Haaland, c’era anche un giovane scoutman italiano che seguiva lui ed altri giovani talenti in Europa.

    Conosco la storia di Haaland, ne ho le prove dal 2017, cosi come conosco dal 2017,
    Kulusewsky, Soboslai e Krstovic.

    Effettivamente Haaland a 16 anni esordi in prima squadra Molde, si dimostro subito un “ANIMALE”, personalmente lo vidi in video in quella occasione per la prima volta.

    Ad Haland fu proposta anche a juventus e milan da una agenzia di mediazione italiana tramite il giovane scoutman italiano, c’era pero’ un problema, il padre del ragazzo che e’ stato un ex professionista che ha giocato anche nel Chelsea, sapeva bene che suo figlio era un predestinato ed ha preferito per lui un percorso dove poteva giocare con continuita’ vista la giovane eta’, il ragazzo poteva crescere con meno pressioni, quindi, preferi a tutti gli austriaci del Red Bull, c’e’ da dire che sono dei veri e propri avvoltoi nello scouting dove sono gia’ passati decine di calciatori TOP.

    Sempre nel 2017, c’era anche Kulusewsky che si metteva in mostra e l’Atalanta ne intui le qualita’ prendendolo quando era un diamante grezzo, il seguito e’ storia, Parma e Juve, ora gioca nel Totenahm.

    Tra questi c’era anche Krstovic sempre scoperto dal giovane scoutman italiano che lo propose in Italia nel 2017, all’epoca c’era un forte interesse del Palermo e come per incanto poi certi calciatori non sfuggono a Corvino autentico scopritore di talenti ed oggi Krstovic gioca nel Lecce.
    A mio parere questo e’ un calciatore importante in prospettiva e’ giovane ma da prendere subito e’ ancora a cifre “ragionevoli”.

    Sempre nel 2017 il calciatore giovane piu’ conosciuto e piu’ ambito in europa tra quelli che ho nominato e ricercato a suo tempo dal milan era, Soboslai, anche lui passato per Red Bull, il suo procuratore di allora rifiuto’ le avances del milan, anche per lui fu scelta la strada di farlo giocare con continuita’ per la sua maturazione il suo sogno era di giocare in Spagna, o Inghiltetra e in effetti oggi gioca nel Barcellona.

    Purtroppo oggi a mio malincuore non ho piu’ contatti con il giovane scoutman con il quale ho condiviso tanti anni e avuto l’opportunita’ di conoscere tanti calciatori prima che arrivassero al successo, tra questi:

    Jose Angel Correa anche lui prodigioso esordiente a 16 anni nel S. Lorenzo in Argentina e segnalato nel 2012 alla Sampdoria, in Europa ha giocato solo per l’Atletico Madrid.

    Skriniar, prima che approdasse alla Sampdiria.

    Pavard, giocava nella serie B tedesca.

    il nostro Mancini, giocava in serie C.

    Lazzari giocava in serie D.

  8. Scusate, ma si e’ offeso qualcuno in redazione che non mi pubblicate ?!?!

    Se avevo scrito insulti o parolacce capirei, ma non c’e nessuna provocazione…mahhh

    Mi avete cancellato anche il post a seguire a Bonn to the Habraham, nel quale ho fatto presente di un fatto avvenuto quando c’era Liedholm.

  9. Monchi chi e’ costui 2 anni di guai. La storia di Haaland e’ vecchia, valeva 4 milioni all’epoca ne spesero non ricordo per Defrel . Non hanno creduto al ragazzo perche’ la cosa era pure fatta come al solito… ma Monchi era preso dal vendere piu’ che comprare e infatti il ragazzo fu venduto al Borussia… dopo un paio di giorni non potevano aspettare.Boni ste cose non le ha spiegate.

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