Ventrone colpito da leucemia fulminante: muore a 62 anni l’ex preparatore della Juventus

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ALTRE NOTIZIE E’ morto nella notte Giampiero Ventrone: secondo le prime informazioni, era stato colpito improvvisamente da una leucemia fulminante. L’ex preparatore atletico della Juventus, che aveva seguito Conte al Tottenham, aveva 62 anni.

La tragica notizia è iniziata a circolare nella mattina di oggi, confermata da fonti vicino al club inglese: il “marine”, come era stato soprannominato, ha continuato a lavorare fino a qualche giorno fa insieme al suo ex calciatore e ora allenatore, Antonio Conte.

La sua ascesa iniziò nel 1994, quando Marcello Lippi lo volle per preparare atleticamente la squadra che tre anni dopo avrebbe vinto l’ultima Champions League conquistata dal club bianconero.

Diventato famoso per la “campanella” e per la durezza dei suoi allenamenti, chiuse la sua esperienza a Torino nel 2004, prima di peregrinare tra Ajaccio, Catania e i due club cinesi Jiangsu e Guangzhou. Dal 2021 era tornato nel calcio europeo accettando l’offerta del suo amico Conte, diventando preparatore fisico del Tottenham.

Fonte: Repubblica.it

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18 Commenti

  1. Purtroppo certe orribili malattie non guardano in faccia a nessuno. Un bravissimo professionista che se ne va troppo presto . Condoglianza alla sua famiglia.

  2. Pace all’anima sua, ma i fatti della Juve “Farmaceutica” di Lippi di cui lui era il preparatore (Vialli e Del piero culturisti) rimarranno vivi nella mia memoria. Chissa’ quante ne ha viste, cmq Pace a Lui.

    • “Ventrone è stato un grande professionista” , assolutamente si a detta di tutti, infatti ho scritto “chissa quante ne ha viste”, perche’ Staff Medico e Preparatore Atletico lavorano in simbiosi, dubito che la mano sinistra non sapesse cosa faceva la mano destra.

  3. Era il preparatore atletico della Sarnese che sfiorò la serie C nel campionato interregionale 1987/88, che terminò prima con 51 punti ma perse lo spareggio con la Battipagliese.

  4. Dispiace però ha detto bn Cesarione sapeva quello che succedeva alla Juve con questo sentite condoglianze alla sua famiglia R.I.P

  5. Io sono serissimo ed imbarazzante e’ chi non vede cio’ che a chiunque con due neuroni in servizio attivo risulterebbe evidente.
    Certo, poi bisogna dove si prendono le informazioni, nel senso come ci si informa e quanto tempo e voglia si ha di farlo…
    Se tutto quel che leggi e’ il corriere dello sport (ma anche qualunque altro giornalucolo main stream…) alternato con youporn, allora capisco come quello che ho detto possa risultarti strano… Ma non venire a dare lezioni a me per cortesia… Men che meno a dare giudizi di questo tipo perche’ tu, a giudicare da quello che dici, da me hai solo da imparare…

  6. La morte e’ un evento ineludibile e non guarda in faccia nessuno: però c’è una cosa che non può fare ed e’ trasformare sistematicamente in brave persone tutti quelli che muoiono: Riccardo Agricola era il medico , psichiatra, responsabile dell’area sportiva della juve: la juve dei culturisti Vialli e DelPiero, dei Birindelli Tacchinardi DiLivio Torricelli , diventati improvvisamente top players : le attività del medico sociale sono state giudicate illecite ma il reato prescritto, non assolto dunque: che un medico sociale potesse praticare certe condotte all’oscuro del preparatore atletico mi sembra sinceramente poco credibile:

    • Personalmente ho discusso una Tesi di Laurea sui Valori e Limiti del Consenso dell’ Atleta. Questi limiti nel calcio marcio degli ultimi decenni sono stati spesso superati con tragiche conseguenze. La juventus sembra che ne sappia qualcosa. E poi che dire dei casi Taccola e Curi ? Niente elogi ipocriti.

  7. io credo che in questi casi, o si fanno le condoglianze alla famiglia, oppure si sta zitti , i morti vanno rispettati, sia maestà ” La Morte” verrà a prendere tutti, qualunque cosa si è detto, visto o fatto….
    L’eterno riposo ♥️

  8. @ADAMAS: le tue insinuazioni su Curi fanno vomitare. E’ stato il primo atleta deceduto sul campo in Italia, in quanto nel 1977 non c’erano ancora le norme attuali che prevedono la valutazione cardiologica dell’idoneità allo sport agonistico da parte di un medico, e tali norme in Italia sono sempre state più stringenti che negli altri paesi proprio dopo il suo caso. Aveva una aritmia che, se fosse nato oggi (ma anche nei primi anni 80) non gli avrebbe mai consentito di neanche di INIZIARE a giocare da ragazzino. I medici che lo avevano visitato in precedenza lo chiamavano “cuore matto”, e lui sapeva benissimo che avrebbe potuto rischiare, ma lo faceva proprio perché gli era consentito farlo. Per cui certe insinuazioni neanche troppo velate sulle prime idiozie che ti passano in tempo tientele per te.

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